Continuano a diminuire i prestiti bancari anche alle piccolissime e micro imprese della provincia di Venezia. Tra il 2021 e il 2022 gli impieghi vivi[1] alle aziende con meno di 20 addetti[2] sono scesi di circa 174 milioni di euro (-7,93 per cento). Lo stock complessivo dei prestiti erogati a questo segmento di aziende è passato da 2,19 a 2,01 miliardi di euro.  Tra le 107 province d’Italia monitorate in questa elaborazione, Venezia è tra quelle più in difficoltà: solo Sondrio, Forlì-Cesena e Ravenna hanno registrato una contrazione più elevata della nostra. Stiamo parlando della liquidità somministrata dagli istituti di credito alle imprese di piccolissima dimensione. Una platea di micro imprenditori costituita in massima parte da esercenti, piccoli commercianti, artigiani e lavoratori autonomi. L’elaborazione è stata realizzata dall’Ufficio studi della CGIA.

  • Con meno prestiti, anche le banche pagheranno il conto

E’ un problema non di poco conto. Afferma il Presidente della CGIA, Roberto Bottan: “Queste micro realtà, tradizionalmente sottocapitalizzate e a corto di liquidità, da tempo non sono più appetibili commercialmente dal sistema bancario.  Pertanto, la stretta creditizia venutasi a creare – associata all’esplosione del commercio on line, alla storica concorrenza praticata dalla grande distribuzione, al peso delle tasse e dei costi fissi – ha contribuito a diminuire in misura significativamente preoccupante il numero delle botteghe e dei negozi di prossimità presenti anche in provincia di Venezia. Una scia di chiusure iniziata molto tempo fa che, purtroppo, si sta ritorcendo contro le famiglie, che vedono peggiorare la qualità della vita dei luoghi in cui vivono, ma anche contro gli istituti stessi, che hanno perso correntisti e non trascurabili quote di mercato”…

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