Gli acconciatori e le estetiste della CGIA di Mestre giudicano “incomprensibile” la decisione presa nell’ultimo DPCM di chiudere queste attività nelle “zone rosse”; disposizione che nei provvedimenti di chiusura approvati in passato dal Governo Conte non era prevista.

Altresì, la categoria, che a Mestre conta 250 attività e quasi 900 addetti, guarda con grande apprensione anche alla possibilità che il Governo Draghi introduca nei prossimi giorni la “zona rossa” nei week end, indipendentemente dalla gravità del numero dei contagi presenti in un territorio. Giorni, quelli del fine settimana, che sono rimasti gli unici in cui queste attività lavorano.

“Riteniamo che la decisione di estendere le chiusure in zona rossa a tutte le imprese del settore benessere sia ingiustificata  – esordisce Sergio Gnan presidente dei Parrucchieri della CGIA – le attività di  acconciatura e di estetica in questi mesi hanno applicato con la massima diligenza le linee guida dettate dalle autorità sanitarie e dal Governo, intensificando le già rigide misure previste dal settore sul piano igienico-sanitario, e si sono riorganizzate per garantire la massima tutela della salute degli imprenditori, dei loro collaboratori e dei clienti. La sospensione delle nostre impresa svolte in sicurezza finirà per innescare l’impennata dell’offerta di prestazioni da parte di operatori abusivi che rappresentano il vero pericolo per la salute dei cittadini, oltre che danneggiare ulteriormente sul piano economico le aziende in regola. Senza considerare che, a fronte di ulteriori misure restrittive, gli imprenditori non possono attualmente contare su alcuna certezza per quanto riguarda gli interventi di ristoro”.

Altresì, la categoria è molto “risentita” anche del fatto che nell’ultimo DPCM è stato chiarito che in “zona arancione”  i clienti non possono uscire dal Comune di residenza per recarsi dal proprio acconciatore o estetista di fiducia.

“L’ennesimo  assist – conclude Gnan – agli abusivi che, invece, continuano a muoversi liberamente, visto che l’attività di contrasto al fenomeno del lavoro nero è pressoché inesistente”.

Mestre 10 marzo 2021