Etichettare gli alimenti con i colori del semaforo permette lo sviluppo di una dieta bilanciata: è questo il risultato di uno studio americano che ha analizzato il funzionamento del sistema di etichettatura a semaforo. Ma lo Stato italiano non ci sta e boccia senza mezzi termini un metodo troppo semplificato che penalizzerebbe le eccellenze della dieta mediterranea.

 

Questa l’etichettatura che “giudica” gli alimenti:

Verde per il cibo salutare da consumare quotidianamente senza rischi;

Giallo per prodotti che devono essere mangiati con moderazione;

Rosso per il junk food, da mettere sotto il denti il meno possibile;

 

Il criterio di etichettatura si basa sul maggior o minor contenuto di grassi, sale e zuccheri.

 

Sia il ministro della Salute Beatrice Lorenzin che il ministro dell’Agricoltura Nunzia De Girolamo si sono dichiarate contrarie all’introduzione del sistema a semafori e pronte a dare battaglia a questo sistema, introdotto a giugno nel Regno Unito, che rischia di penalizzare il 28,3% dei prodotti italiani esportati Gran Bretagna, pari al 2,6% di tutto l’export italiano 2012 nel mondo.

 

Tra i prodotti che verrebbero etichettati come “rossi” e quindi poco salutari, ci sono il Parmigiano reggiano, la mozzarella, il prosciutto, l’olio di oliva, la pasta ripiena, i prodotti dolciari perché ad alto contenuto di grassi, sale o zucchero.

 

Lo scorso 17 dicembre, a Bruxelles, 16 Paesi hanno sostenuto la posizione avanzata dall’Italia confermando quanto dichiarato da Paolo De Castro, presidente Commissione Agricoltura del Parlamento europeo.