I Comuni capoluogo d’Italia bloccano oltre 33 miliardi di euro di pagamenti. Tecnicamente si chiamano residui passivi, nella realtà sono spese già impegnate che non sono state ancora onorate. Tra questi residui sono compresi quelli correnti, che includono le spese per forniture di beni e servizi (cancelleria, manutenzioni, acquisti per l’ordinaria amministrazione, etc.), e quelli in conto capitale, dove figurano gli investimenti in opere pubbliche (costruzioni di strade, scuole, parcheggi, impianti sportivi, etc.).
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