Il premier Matteo Renzi, ha colto l’occasione, nel suo intervento finale durante la Leopolda di Firenze, per rispondere duramente a quanti hanno criticato il Jobs Act
Il premier Matteo Renzi, ha colto l’occasione, nel suo intervento finale durante la Leopolda di Firenze, per rispondere duramente a quanti hanno criticato (sindacati e sinistra del Pd, in primis) il Jobs Act approvato dal suo Governo; dopo aver ribadito di voler andare oltre al dibattito ideologico, si è preso gioco dei suoi oppositori, paragonando chi critica ai pensionati che guardano i lavori in corso e si lamentano che i lavori nella stradina sotto casa non saranno mai completati.
Affrontando, poi, la questione più controversa, ovvero l’abolizione dell’articolo 18, ha affermato: “il lavoro rappresenta la battaglia culturale più grande che ha investito la sinistra. Ci siamo divisi tra quelli che vogliono combattere il precariato con le manifestazioni e quelli che lo vogliono fare con i congressi. Noi pensiamo che il precariato si combatta cambiando la mentalità dell’impresa e dei nostri giovani”.
Poi, dopo aver affermato che il posto fisso non c’è più, né tantomeno la “monogamia aziendale” e che il mondo è cambiato, ha aggiunto che restare aggrappati all’art 18 votato nel 1970 “è come pensare di mettere un gettone dentro l’iPhone o un rullino dentro una macchina fotografica digitale”.
Mestre, 28 ottobre 2014