Si deciderà oggi nel Consiglio dei Ministri l’eventuale slittamento dell’aumento Iva al 22% che dovrebbe entrare in vigore il 1° luglio prossimo, la cui copertura finanziaria sarebbe assicurata da un intervento in materia di Irpef.
Rinvio di 3 o 6 mesi
Il Ministro per gli affari regionali e le autonomie Delrio conferma al 99,9% il mini-rinvio dell’aumento Iva 22% di 3 mesi, aprendo anche alla possibilità di prolungare lo stop di ulteriori 3 mesi, fino ad arrivare al 2014, con lo stop definitivo all’aumento dell’aliquota Iva ordinaria con la prossima legge di stabilità. Il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, ritiene necessario intervenire nell’immediato per far fronte all’emergenza ma occorre individuare nella legge di stabilità il momento decisionale per le scelte definitive.
La copertura finanziaria
In tutto per il rinvio di 6 mesi dell’aumento Iva 22% servirebbero quasi 2 miliardi di euro. Una dote difficile da trovare che però i bene informati intravedono in un intervento ad hoc sull’Irpef. Sono emerse indiscrezioni sull’individuazione di questa copertura nell’aumento dell’acconto Irpef di fine anno, che graverebbe soprattutto sui lavoratori autonomi. Far slittare l’aumento Iva di 3 mesi, ma aumentare l’acconto Irpef, un po’ come dire dare un colpo al cerchio e uno alla botte. Altra ipotesi di intervento mirato al recupero delle risorse necessarie per garantire lo slittamento dell’incremento dell’aliquota Iva ordinaria dal 21 al 22 per cento sarebbe quello di aumentare le accise su alcolici e sigarette (anche elettroniche) e l’utilizzo di poste di bilancio dei ministeri “dormienti” destinate a investimenti infrastrutturali.