Dopo la presentazione fatta ieri dal Dipartimento delle Finanze, la CGIA ritorna sul tema dei livelli reddituali dei lavoratori autonomi ed evidenzia come le differenze reddituali tra le macro aree del Paese siano evidentissime. Se nel 2010 il livello reddituale medio registrato a Nordovest è stato pari a 36.187 euro, nel Sud ha raggiunto i 21.111 euro. Pertanto, i primi hanno segnato un reddito superiore ai secondi del 71,4%. Nel Nordest, invece, l’asticella del livello medio del reddito si è “fermata” sui 33.702 euro (+59,6% rispetto ai colleghi del Sud). Nel Centro il livello reddituale medio è stato di 29.332 euro, “solo”, si fa per dire, il 38,9% in più di quello degli autonomi del Sud. Infine, le partite Iva delle Isole hanno raggiunto un livello reddituale medio pari a 21.810 euro (+ 3,3% dei colleghi del Sud).
“Sono comparazioni – spiega Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA – che spiegano come i dati medi presentati ieri siano fortemente condizionati dai livelli medi molto contenuti registrati dai lavoratori autonomi del Mezzogiorno. Se poi teniamo contro che l’80% dei contribuenti sottoposti agli studi di settore sono congrui, ovvero presentano ricavi non inferiori a quanto richiesto dai tecnici del ministero delle Finanze, se il 74% di questi autonomi non ha dipendenti e se quasi il 50% delle start up chiude l’attività nei primi 5 anni di vita, i livelli reddituali presentati ieri dal Dipartimento delle Finanze non sono scandalosi. Infine, ricordo che il 20% dei contribuenti non congrui sono costituiti sicuramente da soggetti non fedeli al fisco, ma anche da lavoratori dipendenti o pensionati che fanno un secondo lavoro grazie all’apertura di una partita Iva, da attività autonome marginali e da aziende in forte crisi economica”.