Secondo le rilevazioni di Bankitalia, negli ultimi sei mesi del 2014, si è registrato un aumento delle operazioni sospette pari al 23 per cento in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; nel primo semestre, quindi, sono giunte più di 38mila segnalazioni. Rispetto a pochi anni fa, poi, l’Unità di informazione finanziaria (Uif) per l’Italia fa presente che si è determinato un aumento esponenziale di segnalazioni; si è passati dalle 12.500 del 2007 alle circa 65.000 del 2012 e del 2013 (in quest’ultimo anno le operazioni sospette segnalate hanno corrisposto ad un importo pari a 84 miliardi di euro).
Come è del tutto evidente da dati semestrali, il trend è decisamente in rialzo per l’anno in corso. Nell’85 per cento dei casi, inoltre, le segnalazioni sospette giungono dalle banche mentre solamente il 4 per cento dai professionisti; il contributo della pubblica amministrazione, poi, è praticamente inesistente. Queste dinamiche hanno indotto l’Iuf a concludere che l’Italia deve compiere degli sforzi per contrastare una zona grigia di operatori disponibili ad agire come veicolo per le operazioni di riciclaggio. Va anche detto che con l’acuirsi della crisi si è determinata una maggiore diffusione di fenomeni di usura, le segnalazioni rispetto alla quale sono praticamente raddoppiate rispetto al 2013.