L’Italia riprenderà a crescere. Ma in maniera decisamente limitata. Sono le conclusioni tratte da Bankitalia e pubblicate nell’ultimo bollettino. Nel 2013, il Pil italiano, dopo aver subito una riduzione dell’1,8% nel 2013, aumenterà dello 0,7% nel 2014 e dell’1% nel 2015. Restano tuttavia rischi significativi di ritorno ad una dinamica negativa.
L’orientamento verso il basso potrebbe originarsi a seguito dell’eventuale persistenza, oltre le stime iniziali, delle restrizioni creditizie. Inoltre, potrebbero incidere particolarmente ulteriori ritardi, da parte delle pubbliche amministrazioni, nella liquidazione dei crediti dovuti alle imprese. Tale fattore indurrebbe la frenata negli investimenti.
La Banca d’Italia segnala, inoltre, che l’indebitamento netto dello Stato è tuttora vicino al 3% del Pil. Come se non bastasse, il fabbisogno statale è aumentato, specialmente in ragione di esigenze straordinarie quali il pagamento dei debiti pregressi in conto corrente delle amministrazioni pubbliche. Sul fronte, invece, del rapporto debito/ Pil, Palazzo Kock stima un aumento di circa sei punti percentuali, ovvero un livello vicino a quello previsto dal Documento programmatico di bilancio 2014 di ottobre, che lo fissava al 132,9%.
Pessime notizie, poi, giungono in relazione al lavoro. La disoccupazione, secondo la Banca d’Italia, quest’anno e il prossimo continuerà a crescere, fino a sfiorare il 13%. Nel dettaglio, dal 12,2% del 2013, arriverà al 12,8% nel 2014 e al 12,9% nel 2015.