Intervenendo ad un convegno sulle politiche monetarie della Bce in Portogallo, Mario Draghi è tornato a dire la sua sul rischio di deflazione in Europa. Secondo il numero uno dell’Eurotower, tale rischio non sarebbe reale, nonostante, effettivamente, ci attenda un lungo periodo di bassa inflazione. In tal senso, Draghi ha spiegato che l’istituto da lui presieduto possiede tutti gli strumenti necessari per portare il livello inflazionistico vicino al livello del 2 per cento, soglia massima prevista dai trattati europei, nonché la principale ragione sociale della Bce.
Le parole di Draghi vanno lette nella prospettiva dell’imminente annuncio delle misure non convenzionali studiate da Francoforte per sostenere la ripresa debole e incerta e per impedire a tutti i costi la deflazione; tali misure saranno presentate, con ogni probabilità, il 5 giugno, e includono l’ennesimo abbassamento dei tassi, che potrebbero addirittura scendere in territorio negativo, e un’iniezione straordinaria di liquidità nelle banche, vincolata formalmente, questa volta, allo sblocco del credit crunch, ovvero al conferimento di risorse a famiglie e imprese per rilanciare l’economia reale.