Era stato un cavallo di battaglia nei discorsi alle Camere del Governo Letta, ma la tanto sperata abolizione dell’IMU non è arrivata. Si parla invece di una riforma entro agosto con obiettivo la ‘service tax’, la tassa che accorperà Imu e Tares. Questo il risultato del Consiglio dei Ministri tenutosi lo scorso venerdì 17 maggio che sospende la prima rata dell’IMU per l’abitazione principale e relative pertinenze, escluse le abitazioni di lusso rientranti nelle categorie A/1, A/8 e A/9, che doveva essere pagato entro il 17.06.2013.

 

Rinvio, non abolizione. Per quanto riguarda la decisione di abolire la nuova tassa, il Governo ha rinviato il tutto a settembre. Entro il 31.08.2013 il Governo dovrà approvare una riforma complessiva della disciplina dell’imposizione fiscale sul patrimonio immobiliare che, si presume, debba innovare anche la tassazione sul reddito d’impresa, prevedendo forme di deducibilità dell’IMU su capannoni o fabbricati industriali. Nella nuova disciplina sarà compreso anche il tributo comunale sui rifiuti e sui servizi.

 

Ma il rinvio dell’Imu sta creando non pochi problemi ai Caf, i Centri di Assistenza Fiscale. Sono circa 100 mila i contribuenti che avevano già pagato l’Imu sulla prima casa, facendo la compensazione del 730. Ora per non perdere il credito fiscale dovranno ricompilare nuovamente la dichiarazione dei redditi entro e non oltre il 31 maggio.

 

Caos più totale quindi per il rinvio dell’Imu: da un lato ci sono gli italiani che hanno già pagato e che, a causa della proroga che rimanda il pagamento a settembre della prima rata, richiedono il rimborso del credito già versato, e dall’altro vi sono tutti coloro che sono possessori di seconde case e sono tenuti comunque a versare la prima rata dell’Imu entro il 16 giugno.