Pale eoliche, biomasse, pannelli solari e centrali nucleari spente e smantellate. Impianti che non usiamo per produrre energia, ma che ci costano 230 euro in più l’anno nella bolletta. Gli utenti continuano a pagare accise per lo smantellamento delle centrali nucleari e gli incentivi per le rinnovabili, dai pannelli solari alle pale eoliche e le centrali a biomasse.

 

L’Iva viene infatti applicata sull’importo lordo comprensivo dell’accisa: il risultato è che le famiglie pagano ogni anno sulle bollette elettriche almeno 130 milioni di imposte su una imposta. Senza contare le imprese. Guardando con attenzione le bollette, la voce “oneri generali di sistema” è arrivata a pesare sul totale quasi il 20%. Ma cosa sono? Voci senza alcun rapporto con il prezzo dell’energia, il costo della trasmissione o dei servizi di rete.

 

A questa voce si collegano i pannelli solari, le pale eoliche, le centrali a biomasse, ma anche le fonti cosiddette assimilate, come gli scarti delle raffinerie che tuttora godono dei contributi ecologici. Quest’anno si raggiungerà il record assoluto di 13 miliardi di euro, facendo salire il conto di questi “oneri generali di sistema” a ben 14 miliardi. Ovvero, 230 euro per ogni cittadino italiano. Con una progressione inarrestabile rispetto ai 93 euro del 2010, ai 125 del 2011 e ai 192 del 2012.

 

Non mancano nemmeno gli “oneri di sistema” legati allo smantellamento del nucleare: 149 milioni lo scorso anno, 255 nel 2011 e ben 410 nel 2010. Si tratta dei soldi destinati allo smantellamento delle centrali atomiche chiuse con il referendum del novembre 1987, più di venticinque anni fa. Se ne deve occupare la Sogin, società pubblica con quasi 900 dipendenti.