Il prelievo del 20 per cento sui bonifici ricevuti dall’estero è stato scongiurato. La norma, ampliamente contestata dai consumatori e dalle stesse banche, si basava sul presupposto che qualunque flusso di denaro proveniente da un Paese straniero fosse il frutto di un’attività finanziaria o di reddito proveniente da capitali e che, quindi, avrebbe dovuto aumentare la base imponibile.

 

Il provvedimento includeva la possibilità di dimostrare il contrario, ovvero che il bonifico fosse il risultato, ad esempio, di una donazione, di una partita di giro o della restituzione di un prestito. Tuttavia, l’onere della prova sarebbe rimasto in carico al cittadino che, oltretutto, avrebbe dovuto seguire una procedura piuttosto complicata per ottenere il riconoscimento dei propri diritti. Ebbene, su richiesta del ministro dell’Economia, è stato assunto un provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate che sospende l’operatività della ritenuta del 20 per cento.

 

Non solo: “gli acconti eventualmente già trattenuti da intermediari finanziari sulla base della norma in oggetto saranno rimessi a disposizione degli interessati dagli stessi intermediari”. Il ministero chiarisce che la norma è stata ritenuta ormai superata a fronte dell’evoluzione del contesto internazionale in rapporto alla lotta all’evasione fiscale.

 

In particolare, esiste da tempo un modello di accordo intergovernativo tra Usa a gli altri Paesi per lo scambio di informazioni utili al contrasto dell’evasione. “Tale modello – precisa il Mef – ha costituito la base per la nascita di un sistema automatico di scambio di informazioni multilaterale tra Paesi (Common Reporting Standard), presentato dall’OCSE nel gennaio scorso, e sottoposto all’approvazione del meeting del G20 di questo mese di febbraio”.