High frequency trading. Ovvero, transazioni ad alta frequenza; si tratta di un sistema computerizzato attraverso il quale operare nei mercati borsistici, obbligazionistici e delle materie prime a velocità supersoniche, allo scopo di riuscire a guadagnare su margini estremamente ridotti.

 

In svariati contesti, è la modalità di intervento di gran lunga più utilizzata dagli operatori. Un approccio controverso che, per alcuni, aumenta le potenzialità di guadagno degli investitori, contribuendo al benessere dell’economia, mentre per altri è da annoverare tra le cause della crisi. Ebbene, dopo più di tre anni di trattative, l’Europa ha raggiunto l’accordo per modificare la direttiva Mifid (Markets in Financial Instruments Directive), che regolamenta l’Hft.

 

Parlamento e Consiglio Ue, a breve, redarranno una direttiva e un regolamento, vincolanti per i Paesi membri, che imporranno maggiore trasparenza nei mercati, mentre gli scambi attraverso le cosiddette dark pool (mercati privati dove è possibile operare anonimamente), cederanno in gran parte il passo agli Organised trading facilities, nuovi mercati regolamentati dalla nuova Mifid. Le regole, valide dal 2017, dovranno essere adottate dagli operatori di mercato e dalla società di investimento.

 

Il commissario Ue ai mercati finanziari, Michel Barnier, dicendosi soddisfatto per l’ottimo compromesso raggiunto, ha fatto tuttavia presente che la normativa, per avere piena efficacia, dovrebbe entrare in vigore molto prima del termine stabilito.