“Perché non ritorniamo all’Ici?”

 

A chiederlo è il segretario della CGIA, Giuseppe Bortolussi, che, dopo aver visto le 9 ipotesi presentate ieri dal ministro Saccomanni, sottolinea:

“Ho paura che la vicenda stia prendendo una brutta piega. Con troppe ipotesi sul tavolo c’è il pericolo che i due principali partiti che costituiscono questa maggioranza non trovino un punto di incontro. Perché non dare un taglio netto all’Imu e ritornare all’Ici? In fin dei conti l’Imu doveva costituire uno degli assi portanti della riforma sul federalismo fiscale che, purtroppo, è miseramente fallita. Perché, allora, non tornare indietro?”

 

La proposta ha sicuramente un “taglio” provocatorio, ma la lettura dei numeri la giustifica.

 

L’Imu è costata agli italiani 23,7 miliardi di euro: rispetto all’Ici (con l’inclusione del gettito anche sulle prime case) l’aggravio di imposta è stato di ben 11,2 miliardi di euro.

 

Con un eventuale ritorno alla vecchia imposta come si potrebbe “coprire” questo differenziale?

Innanzitutto va ricordato che secondo una valutazione fatta nei mesi scorsi dalla CGIA, l’extragettito relativo all’Imu è stato di 3,7 miliardi di euro (*). Vale a dire che gli italiani – a fronte dell’aumento della base imponibile riferita agli immobili e delle aliquote medie applicate – hanno “sborsato” molto di più di quanto aveva previsto originariamente il Governo.

 

Se a questi 3,7 miliardi da noi stimati, aggiungiamo il gettito derivante dall’eventuale reintroduzione dell’Irpef sulle seconde e terze case sfitte, l’Erario potrebbe incassare 1,6 miliardi di euro.

 

Infine, rivedendo al rialzo le aliquote medie applicate sino a due anni fa con l’Ici, si potrebbero recuperare altri 3 miliardi che farebbero scendere a 3 miliardi circa le mancate entrate per i Sindaci con il ritorno della vecchia imposta sugli immobili.

 

“Dopo essere usciti dalla procedura di infrazione per deficit eccessivo e con una spesa pubblica di oltre 810 miliardi di euro – prosegue Bortolussi – non si riescono a trovare 3 miliardi e caso mai recuperarne altrettanti per togliere a quasi tutti l’imposta sulla prima casa?”.

 

Un eventuale ritorno all’Ici chi avvantaggerebbe?

“In linea di massima gli imprenditori – conclude Bortolussi – che per gli immobili ad uso produttivo hanno pagato quasi 2,5 miliardi di euro in più rispetto a quando c’era l’Ici e gli artigiani e i commercianti che, invece, hanno subito un aggravio di oltre un miliardo di euro”.

 

(*) secondo il Governo Monti, invece, l’extragettito è stato di 1,2 miliardi di euro

 

 

ICI E IMU A CONFRONTO (valori in milioni di euro)

 

Tipologia di immobili

Gettito

ICI

 

Gettito

IMU

 

Maggior gettito IMU

 

Abitazioni principali

3.363

4.218

+855

Altre abitazioni

4.587

10.458

+5.872

Negozi e botteghe

699

1.758

+1.059

Uffici e studi privati

465

1.156

+691

Immobili ad uso produttivo (Cat D)

3.026

5.409

+2.383

Istituti di credito (Cat D5)

140

291

+151

Laboratori per arti e mestieri (Cat C3)

219

477

+258

Totale

12.499

23.767

+11.268

Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati Ministero dell’Economia e delle Finanze, IFEL

 

Nota: il gettito relativo alle abitazioni principali comprende anche quello delle relative pertinenze che sono oltre 13 milioni. Il gettito relativo alle “altre abitazioni” comprende anche quello delle relative pertinenze che sono circa 9,8 milioni. La stima della ripartizione del gettito ICI e IMU per tipologia di immobili è stata realizzata applicando le aliquote medie alla base imponibile delle due imposte. Detta base imponibile è stata determinata in relazione ai dati relativi alle unità immobiliari censite dal catasto al 31 dicembre 2012.

 

 

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Elaborato il 9 agosto 2013