INOLTRE BISOGNA EROGARE I CONTRIBUTI PREVISTI DAL DECRETO AGOSTO ALLE ATTIVITA’ UBICATE NELLE CITTA’ D’ARTE, COME VENEZIA

Sul fronte delle misure a sostegno delle attività costrette a chiudere completamente o parzialmente, la CGIA sottolinea che lo Stato, le Regioni e i Comuni hanno il diritto/dovere di predisporre tutte le limitazioni che ritengono utili per tutelare la salute pubblica. Tuttavia, il Presidente degli artigiani mestrini Robero Bottan sottolinea: “E’ evidente che a fronte della chiusura delle attività economiche, queste ultime devono essere aiutate economicamente, così come è stato fatto nella prima fase di questa pandemia. La situazione odierna, però, è ben diversa da quella vissuta nella primavera scorsa. Se allora tutte le imprese erano state costrette alla chiusura ed erano rimaste aperte solo  quelle essenziali, oggi tutte le attività sono aperte e sono state oggetto di restrizioni solo alcuni settori”.

A questi ultimi, pertanto, non sono più sufficienti dei semplici ristori, ma è necessario uno stanziamento che compensi totalmente sia i mancati incassi sia le spese correnti che continuano a sostenere.

Alla luce di ciò, prosegue Bottan: “Segnaliamo che dal 13 ottobre scorso l’Unione Europea ha modificato il Temporary Framework (quadro temporaneo per le misure degli aiuti di Stato alle imprese) prorogandone gli effetti fino al 30 giugno 2021. Altresì, gli Stati membri potranno erogare aiuti fino al 90 per cento dei costi fissi sostenuti dalle imprese che, per effetto del Covid, abbiano subito una contrazione del fatturato di almeno il 30 per cento. Tra questi costi sono inclusi gli affitti, le bollette energetiche, le spese assicurative, etc. Pertanto, i ristori, in base alla caduta del fatturato, non sono più sufficienti; il Governo Conte deve compensare – così come ha continuato a fare la Germania nei giorni scorsi dopo aver introdotto un nuovo mini-lockdown – anche i costi fissi sostenuti dalle imprese interessate per decreto alla chiusura”.

Altresì, la CGIA ricorda che con il decreto Agosto l’Agenzia delle Entrate doveva erogare almeno 1.000 euro di contributi a fondo perduto agli esercizi commerciali e a ai servizi di trasporto pubblico locale (taxi e autonoleggiatori) ubicati nelle “Zone A” delle città d’arte che avevano subito una forte caduta  delle presenze turistiche straniere.

“Fra queste città – conclude Bottan – è incluso anche il Comune di Venezia, ma a distanza di 2 mesi e mezzo dall’approvazione del decreto le modalità di accesso al contributo non sono ancora state pubblicate. Un segnale molto preoccupante in vista dell’erogazione delle misure a sostegno delle imprese previste dal recente decreto Ristori che, secondo le promesse del Governo, dovrebbero essere emanate entro 12 giorni”.  

Mestre 3 novembre 2020