Sul sito dell’Agenzia dell’Entrate è disponibile la bozza del modello di adesione alla voluntary disclosure, ovvero la procedura di collaborazione volontaria per il rientro di capitali detenuti illegalmente all’estero.

 

Tale modello non è definitivo e sarà modificato in seguito alle osservazioni che i contribuenti invieranno all’e-mail bozzadisclosure@agenziaentrate.it entro il 15 marzo 2014. Tuttavia, precisa l’Agenzia “le richieste presentate utilizzando il modello in consultazione saranno comunque ritenute valide ai fini del perfezionamento della procedura”.

 

L’opzione, introdotta dal Dl n. 4/2014, consente di regolarizzare le attività finanziarie e gli investimenti detenuti all’estero entro il 31 dicembre 2012, in violazione della normativa sul monitoraggio fiscale. Possono scegliere questa strada tutti i contribuenti italiani che non siano (o non siano a conoscenza di essere) sottoposti a verifiche, accertamenti amministrativi o procedimenti penali in relazione ad attività detenute all’estero.

 

Tale forma collaborativa (il governo ci ha tenuto a sottolineare che non si tratta di uno scudo fiscale) comporterà il pagamento totale delle imposte dovute, senza sconti; tuttavia, consentirà di fruire della riduzione della sanzioni minime alla metà, laddove i capitali o le attività illegali siano stati trasferiti in Paesi Ue o aderenti all’Accordo sullo spazio economico europeo incluso nella cosiddetta “white list” o nel caso “in cui il richiedente autorizzi l’intermediario finanziario estero a trasmettere alle autorità finanziarie italiane tutti i dati relativi alle attività oggetto di disclosure”. Negli altri casi, le sanzioni minime sono ridotte di un quarto.

 

Sul sito dell’Agenzia delle Entrate sono, inoltre, disponibili le due schede da allegare alla domanda.