Il governo ha ridotto – tramite il decreto sul Piano casa, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 28 marzo – la cedolare secca sui contratti concordati al 10 per cento; in precedenza, era già stata effettuata una riduzione dal 19 al 15 per cento. La misura è valida per il quadriennio 2014-2017 ed è applicabile anche nel caso di abitazioni date in affitto a cooperative o a enti senza scopo di lucro, a condizione che siano sublocate a studenti con rinuncia all’aggiornamento del canone di locazione o assegnazione.

 

La cedolare rappresenta un’aliquota sostitutiva di Irpef, addizionali comunali e regionali varie, imposta di registro e di bollo sul contratto di locazione. Essendo l’opzione valida solamente per i canoni concordati, spetterà al padrone di casa stabilire – dopo essersi fatti i conti opportuni – se gli conviene restare nel regime ordinario o accedere a quello della cedolare secca in cambio di un congruo sconto sull’affitto del canone per l’inquilino.

 

Laddove il proprietario decidesse di avvalersi dell’opzione, dovrà informare obbligatoriamente l’inquilino della decisione mediante lettera raccomandata, rinunciando all’aggiornamento del canone secondo i parametri Istat, ancorché questo fosse esplicitamente previsto dal contratto; quest’ultimo, se si intende aderire al nuovo regime, dovrà essere risolto, e sarà necessario siglarne uno nuovo.