Il Consiglio dei Ministri ha varato una serie di misure per incentivare l’occupazione per uno stanziamento complessivo di 1,5 miliardi di euro. Confermato anche, per tre mesi, lo stop dell’aumento dell’Iva, che dal prossimo 1 luglio sarebbe dovuta passare al 22% anche se in sede di conversione del decreto, non è escluso un ulteriore rinvio a dicembre.
Ma il sottosegretario Filippo Patroni Griffi annuncia che per la copertura ci potrebbe essere un intervento sulle sigarette elettroniche, anche perché le risorse debbono essere prese da qualche parte, non essendoci interventi di pressione fiscale. Insomma, la copertura c’è ed è reale, con risorse vere e certe.
Nel dettaglio, il ventaglio di misure comprende agevolazioni per chi assume giovani tra i 18 e i 29 anni nonchè un fondo di 2 milioni per la formazione dei disoccupati oltre i 50 anni di età. L’incentivo per chi assume un dipendente a tempo indeterminato ha un tetto di 650 euro mensili, e corrisponde al 33% della retribuzione mensile lorda per un periodo di 18 mesi. In questo modo, ha spiegato il premier Enrico Letta, si punta ad aiutare l’assunzione di 200 mila giovani italiani con una intensità maggiore nel centro-sud ma con un intervento che riguarda l’intero Paese.
Per poter usufruire dell’incentivo, il giovane senza lavoro deve essere privo di impiego da almeno 5 mesi e di un diploma di scuola media superiore o professionale, deve vivere da solo con una o più persone a carico. Non solo, ma in via sperimentale è previsto anche l’arrivo della carta per l’inclusione sociale che nell’obiettivo dell’esecutivo, servirà a combattere la povertà estrema.
La giornata di oggi ha registrato anche la polemica sui derivati, dopo le indiscrezioni di stampa secondo cui ci sarebbe il rischio di una perdita da 8 miliardi legata ai derivati sottoscritti negli anni Novanta per consentire alle casse italiane di farsi trovare pronte per l’appuntamento con l’euro. Su questo punto, e’ intervenuto il Tesoro per rassicurare sul fatto che non c’è alcun rischio di perdita mentre la Corte dei Conti ha chiarito sul fatto che non sono state fatte stime. E la Ue ha gettato acqua sul fuoco, affermando che tale vicenda non cambia le stime sul deficit.