Con il decreto legge sull’Imu, n. 102 del 2013, viene introdotta anche una norma che va a modificare il regime della cedolare secca sugli affitti a canone concordato: l’imposta scende dal 19% al 15%.
La riduzione ha effetto a decorrere già dal periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2013, in pratica, per l’intero anno 2013. Ciò significa che i contribuenti possono perciò beneficiare della riduzione anche in sede di acconto per il 2013, sia per i versamenti in corso, in caso di rateazione del primo acconto per il 2013, sia per l’acconto di novembre, in scadenza il 2 dicembre prossimo in quanto il 30 novembre è sabato e il 1° dicembre è domenica.
Come funziona?
La cedolare secca sugli affitti è un’imposta che, se scelta, sostituisce quelle ordinariamente dovute sulle locazioni e, cioè l’Irpef e le addizionali sul reddito degli affitti e l’imposta di registro e il l’imposta di bollo alla registrazione.
Possono optare per il regime della cedolare secca le persone fisiche titolari del diritto di proprietà o del diritto reale di godimento (per esempio, usufrutto) su unità immobiliari abitative locate.
Per la scelta alla cedolare secca, è stata introdotta un’aliquota ridotta per i contratti di locazione a canone concordato relativi ad abitazioni ubicate nei comuni con carenze di disponibilità abitative. Si tratta, in pratica, dei comuni di Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino e Venezia e dei comuni confinanti con gli stessi nonché gli altri comuni capoluogo di provincia nei comuni ad alta tensione abitativa (individuati dal Cipe).