Dati tutt’altro che rosei per il comparto climatizzazione sia terziario, sia residenziale. I dati del 2012 vedono un calo complessivo del mercato interno di circa il 10% rispetto al 2011, con indici positivi solo per quanto riguarda l’export. Quest’ultimo infatti continua a mantenere un valore di 450 milioni di euro e una quota del 45% sul totale della produzione, nonostante la positività del dato riguardante le esportazioni, ma non è ancora sufficiente per compensare il forte calo del mercato interno.
Andando ad analizzare i diversi comparti, l’unico a registrare un segno positivo è quello dei climatizzatori mono split (+1% rispetto al 2011), comunque in forte flessione rispetto ai periodi pre-crisi (700.000 unità vendute, contro il milione e più del 2008).
Anche nel comparto del centralizzato la situazione non è rosea: i roof top registrano un decremento di 22 punti, mentre i chiller ne perdono “solo” 5.
Per quanto riguarda i ventilconvettori, che già arrivano da due anni molto negativi, il calo è di circa il 5%, anche se il mercato europeo tiene: dal punto di vista dell’export il dato è sostanzialmente invariato rispetto all’anno precedente.
I chiller, infine, perdono circa il 5%, ma con interessanti variabili nel mix: mentre le tecnologie aria/acqua vedono una perdita nel mercato interno e una tenuta nell’export, i chiller acqua/acqua – pur mantenendo una fetta molto piccola di mercato – hanno registrato un aumento significativo (+ 22%), soprattutto nel settore light-commercial.
Nel complesso del mercato della climatizzazione, la produzione nazionale del 2012 ha visto un decremento del 3%, passando da 1 miliardo e 200 milioni del 2011 ad 1 miliardo e 100 milioni del 2012: non un vero e proprio crollo (anche se 100 milioni in meno sono una fifra importante), solo grazie alla tenuta dell’export.