I flussi commerciali verso i Paesi extraeuropei, a maggio, hanno registrato una crescita particolarmente significativa. L’export, in particolare, è cresciuto del 5,7 per cento, mentre l’import del 4,8. Le vendite, spiega l’Istat, hanno goduto, nei confronti dei Paesi che non fanno parte dell’Ue, di un rafforzamento generalizzato.
Tuttavia, il rialzo maggiore si è osservato nei beni strumentali, in crescita del 9,8 per cento. Contestualmente, la crescita delle importazioni dipende, per lo più, all’aumento dei prodotti energetici, in crescita del 16,3 per cento. Senza di essi, l’import registrerebbe una contrazione dello 0,9 per cento. Aumentano, altresì, in misura massiccia i beni durevoli (+11,2 per cento), mentre sono in calo del 2 per cento quelli intermedi.
Considerando, infine, l’ultimo trimestre, l’export verso i Paesi extra Ue marca segno negativo e si contrae dell’1,4 per cento. Tuttavia, se escludiamo dal computo i beni energetici, le dinamica delle esportazioni mostra variazioni nulle rispetto al trimestre precedente. Tra i settori in cui le vendite vanno meglio, al punto da equilibrare il calo generalizzato, ci sono i beni strumentali (+2,6 per cento) e i beni di consumo durevoli (+2,7 per cento).