Non si è fatta attendere la replica del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ai gravi avvertimenti di Bruxelles

 

Non si è fatta attendere la replica del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ai gravi avvertimenti di Bruxelles: martedì, il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, aveva minacciato l’Italia (ma anche la Francia) affermando che, se per marzo 2015 non saranno rispettati i vincoli del patto di Stabilità, ci saranno “conseguenze spiacevoli” ovvero un inasprimento della procedura sul deficit, laddove non dovessimo procedere con le riforme annunciate. Ebbene, il titolare di Via XX Settembre risposto: “le riforme le facciamo perché servono a noi e non perché ce lo dicono gli altri“.

 

Padoan ha aggiunto che le parole del capo dell’esecutivo europeo vanno interpretate come un concetto già noto e sul quale l’Italia sta già lavorando: il nostro Paese, ha commentato il ministro, “sta facendo enormi sforzi per le riforme strutturali i cui risultati cominciano ad arrivare e questo è un elemento di valutazione positiva da parte della Commissione europea”. Poi, ha rilanciato, chiedendo a sua volta chiarimenti sul piano di investimenti da 315 miliardi in tre anni presentato proprio da Juncker.

 

L’iniziativa, ha fatto presente Padoan, è di per sé positiva. Tuttavia, dal momento che è prevista non prima di giugno prossimo, occorre, nel frattempo, attivare misure più veloci, finanziando, per esempio, i progetti indicati dalla Task force e chiedendo alla Bei di adottare una politica di finanziamenti più aggressiva. I criteri per selezionare i progetti dovranno, inoltre, e essere chiariti pienamente, mentre si dovrà definire con precisione quali siano gli incentivi per gli Stati “che hanno già una posizione di bilancio molto pesante per investire” ma “hanno progetti per i quali chiedono finanziamenti dal fondo comunitario”.

 

 

Mestre, 12 dicembre 2014