Il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, nella relazione sul rendiconto generale dello Stato 2012 dichiara la necessità di predisporre le condizioni per effettuare interventi di revisione della spesa pubblica, bisogno che appare non più differibile.

 

Secondo il giudizio del Presidente, questa crisi economica pone nuove pressanti esigenze di gestione della finanza pubblica che deve essere affiancata ad un processo di revisione della spesa e degli apparati pubblici. La revisione della spesa, inoltre, va ripensata in funzione di un obiettivo di più lungo periodo, che non può non investire la questione della misura complessiva dell’intervento pubblico nell’economia. Secondo Giampaolino, sul fronte della razionalizzazione della spesa, è necessario procedere con modalità di indagine in grado di scavare all’interno delle singole amministrazioni, così da predisporre le condizioni per effettuare interventi di correzione e di regolazione mirate.

 

Fisco

Dalla Corte dei Conti emerge che la pressione fiscale dell’Italia supera di quasi 3 punti percentuali la media degli altri Paesi dell’area Euro. La possibilità di ridurre il peso dei tributi, arrivato al 44%, non è facile da coniugare con il rispetto degli obiettivi europei che permangono severi. Per arrivare ad una maggiore equità distributiva la Corte dei conti suggerisce delle combinazioni di tributi che siano in grado di preservare gli impulsi necessari alla crescita e alla competitività. Se invece l’obiettivo da raggiungere è quello di ridurre la pressione fiscale, secondo la magistratura contabile non appare appropriato un intervento sulle agevolazioni che, in assenza di una loro riduzione ad un quadro complessivo e generale di riforma, rischiano di pregiudicare, anziché favorire, gli equilibri distributivi.

 

In un contesto di difficile attuazione di federalismo fiscale, significative differenze territoriali si sono determinate nel prelievo a carico di famiglie e imprese. In particolare la magistratura contabile cita il caso delle addizionali regionali e comunali all’Irpef per le quali la libertà di aliquota ha comportato differenze importanti, con il conseguente rischio di scelte di delocalizzazione delle imprese e delle stesse famiglie. Le trasformazioni del federalismo non hanno sostanzialmente modificato la realtà di una autonomia impositiva territoriale limitata e condizionata. L’aumento delle entrate risponde, infatti, in larga misura alla necessità di compensare il venir meno dei trasferimenti o di adempiere a percorsi di risanamento concordati con il livello centrale.

 

Lavoro

La recessione che l’Italia sta attraversando rende sempre più povere le categorie sociali meno abbienti e produce nefaste conseguenze sulla già drammatica situazione occupazionale. L’alto grado di diffusione della povertà e della disoccupazione sta raggiungendo i livelli di guardia. All’obiettivo di tenere i conti in regola deve quindi seguire, con il massimo impegno, quello della crescita economica.

 

Derivati

E’ necessario inserire dei provvedimenti volti a garantire la massima trasparenza sul portafoglio complessivo in strumenti derivati detenuti dallo Stato. La magistratura contabile sottolinea che si tratta di strumenti notevolmente aleatori.