La trasparenza è essenziale in tutti gli atti amministrativi, tanto più in quelli impositivi ed esattoriali. Lo ribadisce la Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 15.188 del 18 giugno 2013, secondo cui dev’essere annullata la cartella esattoriale se non risulta chiara la causale delle somme avanzate dall’Erario.
Ma v’è di più, per la Suprema Corte è del tutto irrilevante la conoscenza da parte del contribuente del suo debito con il Fisco. La sesta sezione tributaria della Corte di legittimità nel rigettare un ricorso proposto dall’Agenzia delle Entrate ricorda che la cartella di pagamento costituisce l’atto con il quale il contribuente viene a conoscenza per la prima volta della pretesa fiscale e come tale deve essere adeguatamente motivata.
I giudici della Corte ribadiscono che la cartella esattoriale deve contenere indicazioni sufficienti a consentire al contribuente l’agevole identificazione della causale delle somme pretese dall’amministrazione finanziaria. Non sussiste alcuna equipollenza tra la corretta indicazione di tali elementi nell’atto impugnato e la conoscenza che, di fatto, di essi abbia avuto il contribuente giacché nessuna equipollenza assume rilievo, essendo piuttosto necessario il corretto adempimento dell’obbligo di motivazione del ruolo e della cartella.