Nel corso di un’audizione davanti alla commissione Affari economici del Parlamento europeo ha spiegato che la ripresa della zona euro sta perdendo impulso

 

 

A dispetto del consueto atteggiamento, volto a rassicurare circa le prospettive dell’economia, questa volta, il presidente della Bce, Mario Draghi, è risultato piuttosto inquietante. Nel corso di un’audizione davanti alla commissione Affari economici del Parlamento europeo, infatti, ha spiegato che “la ripresa della zona euro sta perdendo impulso, la crescita del Pil si è fermata nel secondo trimestre, le informazioni sulle condizioni economiche ricevute durante l’estate sono state più deboli del previsto e i rischi sono chiaramente al ribasso”.

 

Come se non bastasse, l’inflazione, con annessi rischi deflattivi, resterà bassa per i prossimi mesi, per poi riprendere, gradualmente, a crescere nel 2015 e nel 2016. In tal senso, come ormai da diverso tempo, Draghi ha assicurato che l’istituito da lui guidato è pronto, ancora una volta, ad usare tutti gli strumenti di cui dispone, anche quelli aggiuntivi non convenzionali. Sulla prima tranche di finanziamenti Tltro, i cui esisti sono stati ben al di sotto delle attese (82,6 miliardi, da destinare all’economia reale, richiesti da 255 banche europee) si è limitato a dire che, in realtà, i risultati sono stati in linea con le previsione della Bce e che i mercati finanziari hanno reagito positivamente all’intervento.

 

 

23 settembre 2014