Dopo le previsioni al ribasso dell’Istat rispetto alle stime del governo (+0,6 per centro contro +0,8), anche l’Ocse conferma la fragilità e l’incertezza della nostra ripresa. Secondo l’organizzazione internazionale, quest’anno il nostro Paese crescerà solamente dello 0,5 per cento.
Nella precedente previsione aveva fissato la crescita del Pil al 0,6 per cento. Per il 2015, invece, dovrebbe realizzarsi un rialzo dell’1 per cento. Nel testo dell’Economic Outlook, l’organizzazione per la cooperazione afferma che le misure annunciate dal governo inducono a un cauto ottimismo. Tuttavia, l’esecutivo dovrebbe garantire l’efficace e strutturale applicazione dei provvedimenti già in essere.
L’Italia, si legge nel documento, continua ad essere vulnerabile ed esposta alle intemperie dei mercati finanziari. Tra i fattori che ci rendono particolarmente deboli, c’è ovviamente il rapporto tra debito pubblico e Pil che, per l’Ocse, non scenderà prima del 2016. Per quest’anno, in particolare, arriverà al 134,3 per cento, per salire 134,5 nel 2015. Contestualmente, la disoccupazione raggiungerà il record storico del 12,8 per per cento nel 2014, per iniziare a scendere molto lentamente (al 12,5 per cento) nel 2015.