Padoan ha ammesso che, effettivamente, il Pil marcherà, per il 2014, segno negativo

 

Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, intervenendo alla trasmissione di Raiuno, Porta a Porta, ha detto la sua sull’attuale situazione economica, confermando le previsioni dell’Ocse (leggi la news >> CRISI. L’Ocse boccia l’Italia) di cui era, prima di prendere “possesso” di Via XX Settembre, il numero due.

 

Padoan, quindi, ha ammesso che, effettivamente (e nonostante le precedenti stime di crescita del governo) il Pil marcherà, per il 2014, segno negativo. Dal 2015, poi, secondo il ministro, tornerà a crescere, e lo farà in maniera progressiva per i prossimi anni. Tuttavia – ha aggiunto – le circostanze non vanno sottovalute: siamo messi molto male, peggio di tanti altri Paesi, e, nonostante dal calo degli spread giungerà verosimilmente una boccata di ossigeno pari a circa cinque miliardi di euro, sarà necessario un grande sforzo per mettere a punto le riforme necessarie per ripartire.

 

Tra le tante, Paodoan si è soffermato su quella del lavoro, sostenendo che se la miriade di attuali contratti fosse ridotta a singola unità, l’annosa questione dell’articolo 18 neanche si porrebbe. In ogni caso, ha promesso, il governo preserva l’intenzione di non aumentare le tasse. Anzi: rispetto all’ipotesi che l’Europa ci abbia chiesto di aumentare l’Iva al 4 al 10 per cento, si è limitato ad affermare di non aver ricevuto alcuna richiesta di questo tipo. Infine, ha concluso ribadendo che gli 80 euro in busta paga saranno resi strutturali con la prossima legge di stabilità.

 

 

17 settembre 2014