I dati presentati oggi da Unioncamere sono l’ennesima dimostrazione delle difficoltà che stanno vivendo le imprese, soprattutto quelle di piccola dimensione come l’artigianato.
A lanciare l’allarme è la CGIA di Mestre che ha notato come nei primi 3 mesi di quest’anno, il 58% delle 26.000 aziende in meno registrate dal saldo (dato dalla differenza tra imprese iscritte e cessate presso le Camere di Commercio) sia riconducibile al settore artigiano. Insomma, delle 26.090 aziende in meno che mancano all’appello nel primo trimestre del 2012, ben 15.226 (pari al 58,3% del totale) sono artigiane.
“I dati sono molto preoccupanti – commenta Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA – e denotano che le aziende artigiane dell’edilizia che operano nel mercato interno soffrono tremendamente il calo della domanda e la mancanza di liquidità. In particolar modo l’edilizia e il settore manifatturiero”.
Proprio per scongiurare una implosione del tessuto connettivo che regge il sistema economico del Paese, la CGIA sollecita l’istituzione, a livello nazionale, di un fondo di solidarietà che consenta l’accesso al credito anche a chi non ha le garanzie reali per accedervi:
“Al fine di evitare nuovi suicidi tra i piccoli imprenditori – conclude Bortolussi – è necessario fare presto, per questo chiediamo al Governo di costituire un fondo, così come abbiamo fatto in Veneto, per venire incontro a chi ormai ha esaurito la liquidità e non è più in grado di andare avanti”.