A strettissimo giro, è arrivata la risposta del ministero dell’Economia al commissario europeo all’industria (attualmente sospeso perché candidato alle Europee) Antonio Tajani che aveva annunciato l’imminente messa in mora dell’Italia per i ritardi nei pagamenti alle imprese da parte delle pubbliche amministrazioni. Tajani, che ormai da mesi denuncia la situazione, si è spinto oltre, arrivando ad affermare che, da quanto gli risulta, il Mef non intende proprio pagare.
Il ministero, dal canto suo, replica che, al contrario, il problema è stato affrontato con grande determinazione, a partire dal decreto legge 35 dell’aprile 2013 fino ad arrivare, con il governo Renzi, al varo del decreto legge 66 del 24 aprile 2014. Il Tesoro fa, poi, presente che “la stima in 91 miliardi dello stock del debito effettuata dalla Banca d’Italia nel 2013” riguardava “l’intero importo dei debiti potenziali” compresi i debiti non ancora scaduti nonché quelli non esigibili; si tratterebbe, infatti, di debiti, specifica il Mef, ancora oggetto di contenzioso o verifica tra le parti. Sempre citando Bankitalia, il Mef ha, inoltre, ribadito come “poco più della metà dei debiti rilevati alla fine del 2012 fosse esigibile, ossia presentasse un ritardo nei pagamenti superiore agli accordi contrattuali”.
A conti fatti, il Tesoro afferma che tra luglio 2013 e marzo di quest’anno sono stati pagati debiti per un totale di 23,5 miliardi di euro. Se si somma a questa cifra le richieste delle amministrazioni debitrici per ottenere ulteriori risorse, si raggiunge – dichiara XX Settembre – una stima analoga a quella presente nel bollettino di aprile della Banca d’Italia.
Inoltre, sempre attraverso il sistema della decretazione d’urgenza, sono stati stanziati, complessivamente, 60 miliardi di euro. “Il DL 66/2014 – conclude il Tesoro – inoltre offre la garanzia dello Stato e la disponibilità della Cassa Depositi e Prestiti quale compratore di ultima istanza per favorire la cessione immediata di crediti agli intermediari finanziari” in modo da assicurare alle aziende creditrici in crisi di liquidità “un’alternativa tempestiva ed efficace all’incasso diretto”.