A distanza di una settimana dalla scadenza prevista per legge, oltre a queste Regioni anche molti Comuni capoluogo di provincia (Torino, Bologna, Bari, Trieste etc.) non risultano ancora iscritti nella piattaforma del Ministero. Questa iscrizione, ricorda la CGIA, è necessaria per avviare l’iter procedurale per pagare i propri debitori.

 

 

Comunicato Stampa – 07 maggio 2013

 

A distanza di una settimana dalla scadenza prevista dal decreto per lo sblocco dei debiti della Pa, operazione necessaria per avviare l’iter procedurale per il pagamento dei fornitori, 6 Regioni e una Provincia autonoma (Bolzano) non risultano averlo ancora fatto. Le Regioni sono: Abruzzo, Basilicata, Campania, Lazio, Lombardia e Marche.

 

Tra i Comuni capoluogo di Provincia più importanti che non risultano aver adempiuto a questo obbligo, sottolineano dalla CGIA che ha curato l’elaborazione, si segnala quello di Bologna, di Torino, di Trieste, di Bergamo, di Bari, di Foggia, di Trento e di Vicenza.

 

Forse, sottolinea la CGIA, qualcuno non si è iscritto perché non condivide le procedure? Forse non ha debiti con i propri fornitori? Non lo sappiamo, ma troviamo giusto segnalare questa anomalia.

 

Premesso che il processo di registrazione nella piattaforma ministeriale avviene dopo qualche giorno dall’immissione dei dati, non è da escludere, nonostante la scadenza per la registrazione fosse prevista per fine aprile, che alcune di queste realtà l’abbiano già completata. Tuttavia – segnala il segretario della CGIA di Mestre Giuseppe Bortolussi – se così non fosse, in maniera molto provocatoria mi chiedo: ma le Regioni come la Lombardia, il Lazio, la Campania o i Comuni come Bologna, Torino o Bari sono intenzionati a pagare i propri fornitori?

 

Ed ancora.

 

I Presidenti di Regione e i Sindaci di queste realtà che spesso si sono messi in luce per le loro battaglie al fine di salvaguardare i propri bilanci a quelli delle imprese che aspettano di essere pagate da mesi non ci pensano?

 

Tra i 116 Comuni capoluogo di provincia, segnala la CGIA, ben 30 non si sono ancora registrate. La quota dei non iscritti sul totale dei Comuni è pari al 25,8% (1 su quattro circa ), mentre tra le Regioni e le Province autonome l’incidenza è al 33,3% (in questo caso circa 1 su 3).

 

 

Leggi il comunicato e scopri le tabelle degli “inadempienti”.