Nel bollettino di marzo, la Bce aveva rimproverato l’Italia per non aver messo in campo strategie credibili di riduzione del deficit, a partire, quindi, dall’erosione dell’immenso debito pubblico. I dati della Banca d’Italia sembrano voler confermare la tesi dell’Eurotower: nel mese di gennaio, infatti, il debito pubblico ha ripreso a crescere, raggiungendo 2.089,4 miliardi di euro.

 

Nel mese precedente, si era fermato a 2.068,9 miliardi segnando un decremento rispetto al mese di novembre, dove si era toccato il massimo storico di 2.104 miliardi. C’è da dire, inoltre, che il calo si era verificato in linea con la stagionalità che, normalmente, caratterizzano l’ultimo mese dell’anno, grazie, in particolare, agli anticipi dei saldi e delle imposte. A gennaio del 2013, invece, ammontava a 2.023,5 miliardi.

 

In ogni caso, l’aumento di gennaio pari a 20,5 miliardi dipende, prevalentemente, dall’aumento (20,3 miliardi) delle disponibilità liquide del Tesoro, pari a fine gennaio a 57,9 miliardi di euro (nel gennaio del 2013, ammontavano a 68,1). Il debito delle amministrazioni centrali, poi, è cresciuto di 18,9 miliardi, quello delle amministrazioni locali di 1,5 miliardi. La variazione degli enti previdenziali, infine, è pressoché nulla.