Dopo l’approvazione di ieri del disegno di legge di conversione del decreto legge “Sblocca pagamenti PA” (n.35/2013), ora ora il provvedimento torna alla Camera per la definitiva approvazione entro la fine di questa settimana. Il dl sblocca risorse per 40 miliardi e definisce criteri e procedure per accelerare i pagamenti della pubblica amministrazione e agevolare, così, l’immissione di liquidità nel sistema economico.
Tra le principali modifiche introdotte si incontrano: la previsione di una doppia garanzia dello Stato per i debiti rimasti esclusi dal provvedimento, che dovranno essere individuati con precisione dalla legge di stabilità 2014; la pubblicazione entro il 5 luglio della lista completa dei creditori della pubblica amministrazione; l’alleggerimento delle penalizzazioni per i Comuni che abbiano sforato i limiti di spesa al fine di pagare debiti pregressi; la fissazione al 31 dicembre del termine ultimo per avvalersi di Equitalia nella riscossione dei tributi; a sostegno dei Comuni, in difficoltà per il rinvio della Tares e della prima rata dell’Imu, viene differito al 30 settembre il termine per la presentazione dei bilanci comunali e cancellata la riserva erariale sugli immobili comunali destinati a uso produttivo.
Ripercorrendo brevemente le novità apportate dal decreto si trovano:
– lo sblocco, tra il 2013 e il 2014, di 40 miliardi per i pagamenti della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese;
– la possibilità di un’ulteriore tranche di nuove erogazioni (50 mld circa) che potranno essere effettuate attraverso operazioni di tutti gli operatori finanziari, compresa Cdp;
– il taglio di 400 milioni ai fondi alle imprese. Queste risorse serviranno per coprire i mancato gettito derivante dallo stop dell’Imu sugli immobili di proprietà dei comuni;
– il taglio ai ministeri, scuola esclusa. A pagare gli oltre 550 milioni di euro che servono a copertura del decreto nel 2014 sarà l’incremento Iva dovuto al pagamento delle nuove fatture mentre nel 2015 saranno i tagli lineari ai ministeri, con l’eccezione di scuola e università;
– l’allentamento del patto di stabilità per gli enti locali. Sono esclusi per il 2013 dal Patto di stabilità interno i pagamenti di debiti di parte capitale. Ok al patto di stabilità interno verticale: le regioni possono modificare, a invarianza di contributo, gli spazi finanziari ceduti a province e comuni. Ammorbidite anche le sanzioni per quegli enti locali che hanno sforato il patto di stabilità a causa del mancato pagamento dei debiti;
– la possibilità di compensare crediti e debiti fino alla soglia di 700.000 euro. Con una modifica approvata alla Camera si prevede inoltre che siano interessati i ruoli emessi fino al 31 dicembre 2012;
– i Comuni avranno sei mesi di tempo in più per organizzare la riscossione in proprio dei tributi, fino all’1 gennaio 2014. Di fatto, una proroga dei poteri di Equitalia;
– l’utilizzo dei proventi delle concessioni e delle sanzioni in materia edilizia per il finanziamento di spese correnti e di manutenzione ordinaria.