Il ministro dell’Economia uscente, Fabrizio Saccomanni, a margine dell’Ecofin ha rivendicato i risultati ottenuti dal governo Letta precisando che, se adesso c’è un minimo di ripresa, il merito è loro. Da Bruxelles, inoltre, ha fatto presente che il dimissionario esecutivo aveva eredito una situazione in cui l’economia si contraeva del 2% ogni anno. Ora, benché cresca solamente dello 0,1% e benché, verosimilmente, le stime europee saranno peggiori di quelle italiane, non cala più.
Saccomanni è intervenuto anche sull’ipotesi di sforare il tetto del 3% al rapporto deficit/ Pil; ipotesi di cui, in questi giorni, si sta facendo un gran discutere e che vede l’ex direttore generale della Banca d’Italia nettamente contrario (Renzi, invece, non ha escluso la possibilità): nessuna regola, di fatto, ci impedisce di farlo. Dopo, tuttavia, ne pagheremo le conseguenze in termini di sanzioni e credibilità sui mercati internazionali, ha chiarito Saccomanni. In merito al suo futuro e ad un’eventuale riconferma, ha infine, spiegato: “Se sarò contattato, ci rifletterò al momento”.
Tornando al deficit, di diverso avviso, invece, è il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, il quale ha spiegato come la Commissione europea abbia il potere di concedere più tempo; anche il vicepresidente della commissione europea, Antonio Tajani, si è detto convinto che il tetto non sia una variabile gestita da un computer: se l’Italia proporrà un serio pacchetto di riforme, può darsi che ci sia concesso di sforare, come è stato fatto in passato con Francia e Germania.