In line puramente teorica, domani, finalmente, “terminano” di versare le tasse e i contributi previdenziali allo Stato. Per il contribuente medio italiano, pertanto, scatta il cosiddetto tax freedom day (giorno di liberazione fiscale). Rispetto al 2021, quest’anno l’ “appuntamento” arriva un giorno prima. Dopo poco più di 5 mesi dall’inizio dell’anno, praticamente dopo 157 giorni lavorativi inclusi i sabati e le domeniche, gli italiani finiscono di lavorare per assolvere tutti i versamenti fiscali dell’anno (Irpef, Imu, Iva, Tari, addizionali varie, Irap, Ires, contributi previdenziali, etc.) e da domani iniziano a guadagnare per sé (vedi Tab. 1).
- Tra i big dell’UE solo la Francia ha un fisco più esoso del nostro
Dal confronto con gli altri Paesi europei non emerge un risultato particolarmente entusiasmante. Nel 2021 (ultimo anno in cui è possibile effettuare una comparazione con i paesi Ue) i contribuenti italiani hanno lavorato per il fisco fino all’8 giugno (159 giorni lavorativi), vale a dire 5 giorni in più rispetto alla media registrata nei Paesi dell’area euro e 7 se, invece, il confronto è realizzato con la media dei 27 Paesi che compongono l’Unione europea.
Se confrontiamo il “tax freedom day” italiano con quello dei nostri principali competitori economici, solo la Francia presenta un numero di giorni di lavoro necessari per pagare le tasse nettamente superiore (+14), mentre tutti gli altri hanno potuto festeggiare la liberazione fiscale in anticipo. In Germania, ad esempio, questo è avvenuto 4 giorni prima che da noi, in Olanda 14 e in Spagna 17. Il paese più virtuoso è l’Irlanda; con una pressione fiscale del 21,5 per cento, i contribuenti irlandesi assolvono gli obblighi fiscali in soli 78 giorni lavorativi, cominciando lavorare per se stessi il 20 marzo: 80 giorni prima rispetto al nostro “tax freedom day” (vedi Tab.1).
- La metodologia di calcolo del tax freedom day
In che modo si è giunti a individuare il 7 giugno come il “giorno di liberazione fiscale” del 2022 ? La stima del Pil nazionale prevista nel 2022 è stata suddivisa per i 365 giorni dell’anno, ottenendo così un dato medio giornaliero. Successivamente, si sono considerate le previsioni di gettito dei contributi previdenziali, delle imposte e delle tasse che i percettori di reddito verseranno quest’anno e sono stati rapportati al Pil giornaliero. Il risultato di questa operazione ha consentito di calcolare il “tax freedom day” dell’anno in corso…