I dati di gennaio sull’indice Pmi dell’Eurozona sono migliori di quelli del mese precedente. Il che, induce un cauto ottimismo; l’indicatore in questione, infatti, segnalando le aspettative dei direttori degli acquisti su alcuni fattori chiave delle proprie aziende, come gli ordini, i dipendenti, le dinamiche produttive o i costi, spesso si è rivelato piuttosto attendibile rispetto all’anticipazione delle congiunture future.

 

Ebbene, secondo le rilevazioni di Markit, società internazionale di informazione e servizi finanziari, l’indice Pmi composito preliminare di gennaio della zona euro è passato dai 52,1 punti di dicembre a 53,2 punti. Si consideri che la crescita viene ritenuta plausibile sopra i 50 punti. Oltretutto, i risultati del consueto sondaggio sono ben superiori alle previsioni (52,2 punti), nonché ai livelli massimi dal giugno 2011.

 

Nel dettaglio, il preliminare dell’indice Pmi servizi dell’Eurozona si è attestato su 51,9 punti, rispetto ai 51,0 di dicembre, ovvero il massimo da quattro mesi (le stime lo fissavano a a 51,4); il Pmi manifatturiero, invece, sale a 53,9 punti, dai 52,7 di dicembre, il massimo da maggio 2011 (previsioni a 53,0).