Il G20 e l’Ocse si sono, in parte, accordati su un piano di contrasto all’elusione fiscale delle multinazionali

 

Il G20 e l’Ocse si sono, in parte, accordati su un piano di contrasto all’elusione fiscale delle multinazionali. I tecnici al lavoro per raggiungere un’intesa, l’hanno trovata su sei dei sette punti che, l’anno scorso, erano stati ipotizzati nell’ambito della road map che fissava entro fine settembre il termine per completare il progetto. Il punto rimasto fuori è quello sulle”pratiche fiscali dannose“.

 

Si è adottata, invece, una linea comune, anzitutto, sulle sfide imposte della digital economy (senza che, tuttavia, siano per il momento state individuate misure specifiche). Si prevedono, inoltre, interventi sugli asset intangibili e strumenti volti a “prevenire l’assegnazione di benefici da trattati in circostanze inappropriate” nonché ad introdurre “documentazione sui prezzi di trasferimento e reporting Paese-per-Paese“.

 

Altresì, c’è l’intenzione di potenziare la trasparenze e uniformare le normative nazionali, a fine di impedire indebiti benefici fiscali che, sovente, scaturiscono dai trattati biltaterali. Il piano predisposto sarà al centro del G20 che si terrà il prossimo fine settimana in Australia.

 

 

17 settembre 2014