Il calo nelle vendite è ascrivibile, prevalentemente, alla contrazione osservata nel comparto dei beni strumentali

 

A ottobre, rileva l’Istat, il commercio estero italiano verso i Paesi che non fanno parte dell’Unione europea ha perso alcuni punti percentuali rispetto al mese precedente: sia l’export che l’import subiscono un’erosione pari all’1,2 per cento. Il calo nelle vendite è ascrivibile, prevalentemente, alla contrazione osservata nel comparto dei beni strumentali, in caduta del 6,4 per cento. Gli altri settori, invece, sono in crescita.

 

L’export marca segno più, considerando la media dell’ultimo trimestre rispetto a quello precedente (+1,7 per cento). A trainare le vendite sono, in particolare, l’energia (+10,7 per cento), i beni strumentali (+2,7 per cento) e i beni di consumo durevoli (+2,0 per cento).

 

Su base annuale, a ottobre, si evidenzia una crescita dell’export pari allo 0,8 per cento. Crescono, soprattutto, i beni strumentali (+3,9 per cento) e i prodotti intermedi (+2,5 per cento).

 

A ottobre, comunica, infine, l’ufficio statistico, l’avanzo commerciale è pari a 4,038 miliardi di euro (+ 2,805 milioni a ottobre 2013): si tratta del livello più alto da gennaio 1993. Il surplus nell’interscambio di prodotti non energetici è pari a 6,8 miliardi.

 

 

Mestre, 28 novembre 2014