L’Agenzia delle Entrate, accogliendo nella circolare N. 6/E le osservazioni del Garante per la privacy, ha sbloccato il redditometro. Il nuovo strumento per accertare l’eventuale scostamento tra reddito dichiarato e presunto – promette il Fisco – sarà a prova di privacy e includerà maggiori garanzie per i cittadini. Non saranno più usate, anzitutto, le medie dell’Istat per il calcolo di certe spese ma, al contrario, per quelle del nucleo familiare faranno testo i dati del comune. Il cosiddetto fitto figurativo, inoltre, che era attribuito quando non si conosceva la disponibilità di un’abitazione nel comune di residenza, esce dalla fase di selezione. Sarà contemplato esclusivamente nel contraddittorio.

 

Sarà confrontata con i dati comunali, poi, anche la cosiddetta lifestage, ovvero la tipologia di famiglia fiscale, costituita dalle dichiarazioni reddituali del contribuente, dei coniugi e dei figli a carico.

 

Restano fuori dal contraddittorio, inoltre, “le spese per beni e servizi di uso corrente, il cui contenuto induttivo è determinato con esclusivo riferimento alla media ISTAT della tipologia di nucleo familiare ed area geografica di appartenenza”. Tra tali spese, figurano le voci: alimentari e bevande, abbigliamento e calzature, riscaldamento centralizzato, medicinali e visite mediche, tram, autobus, taxi ed altri trasporti, acquisto per apparecchi per telefonia, spese per telefono, libri.

 

L’Agenzia precisa che “gli importi corrisposti per le suddette spese, qualora individuati puntualmente dall’ufficio, saranno oggetto di contraddittorio e potranno concorrere alla ricostruzione sintetica del reddito”.

 

 

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