Il numero uno dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, ha ripetuto, in un’intervista a Il Corriere della Sera, quanto va dicendo ormai da giorni (e che ha specificato anche all’interno di una circolare dell’Agenzia, la 25/E): l’evasione su cui occorre realmente concentrarsi è quella rilevante, nonché frutto di veri e propri comportamenti fraudolenti (e riterati).

 

La Orlandi si è, inoltre, detta convinta del fatto che la vera rivoluzione consisterebbe nello smettere di rincorrere i fenomeni evasivi per iniziare e impedirli. Ogni anno, infatti, su 120 miliardi di euro sottratti al fisco ne vengono recuperati 12-13; tuttavia, ci sono circa 600 miliardi di euro di accertamenti degli anni passati, affidati alla riscossione di Equitalia, che non saranno mai incassati. Meglio, quindi, dedicarsi a quella che si crea di anno in anno, potenziando alcuni strumenti, quali la voluntary disclosure.

 

In tal senso, ha concluso, “mi pare che il provvedimento all’esame del Parlamento, che comunque prevede il pagamento integrale delle imposte dovute sulle annualità pregresse, offra garanzie sufficienti. Senza contare che in quel provvedimento verrebbe finalmente introdotto il reato di autoriciclaggio, una misura attesa da tempo”.