Venerdì 14 marzo si è riunito il comitato interministeriale per la spending review. Il gruppo ha iniziato a esaminare le proposte di taglio alla spesa pubblica redatte dal commissario straordinario Carlo Cottarelli. Alla riunione hanno preso parte, oltre al commissario, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, quello delle Riforme e i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi, quello per la Semplificazione Maria Anna Madia, i sottosegretari alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio e dell’Interno Gianpiero Bocci e, infine, il viceministro all’Economia Enrico Morando.
Il gruppo analizzerà nel dettaglio le singole voci e si riunirà, per la seconda volta, questa settimana. A quanto aveva riferito nei giorni scorsi Cottarelli, dallo sforbiciamento della spesa derivante dalla sua relazione si sarebbero potuti recuperare, al massimo, tre miliardi di euro.
Eppure, Renzi ha puntato parecchio sulla spending review, prevedendo di coprire diverse misure approvate dal Cdm proprio con i tagli. Il premier, quindi, per aggirare qualsiasi eventuale ostacolo ai suoi piani, ha deciso di avocare a sé anche la spending review. Lo ha annunciato lo scorso giovedì, a Porta a porta: le competenze del commissario alla revisione della spesa non sono più alle dipendenze del ministero dell’Economia, ma passano a Palazzo Chigi. Renzi ha liquidato la questione giustificandosi così: “Padoan non può essere dipinto come la strega cattiva dai collaboratori. Le colpe se le prende il presidente del Consiglio”.