Secondo la stima riportata nella “Relazione annuale 2018”, presentata ieri dal Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, l’ammontare complessivo dei debiti commerciali della nostra Pubblica Amministrazione (PA) sarebbe pari a 53 miliardi di euro [1]. In calo, rispetto al 2017, di 4 miliardi (vedi Graf. 1).
L’utilizzo del condizionale è d’obbligo, visto che la periodica indagine condotta dai ricercatori di via Nazionale si basa su indagini statistiche, condotte sulle imprese, e dalle segnalazioni di vigilanza da cui emergono dei risultati che, secondo gli stessi estensori delle stime, sono caratterizzati da un elevato grado di incertezza [2].
- Abbiamo il debito di parte corrente più alto d’Europa e a Napoli la situazione è disastrosa
Al di là della precisazione appena riportata più sopra, che evidenzia quanto sia intollerabile che il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) non riesca ancora adesso a quantificare con esattezza l’ ammontare complessivo del debito commerciale contratto dalla PA italiana con i propri fornitori, il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA, Paolo Zabeo, afferma:
“Pur riconoscendo l’impegno profuso negli ultimi anni, in Europa nessun altro Paese può contare su un debito commerciale così smisurato. Secondo i dati Eurostat, la Grecia, ad esempio, ha un’incidenza dei mancati pagamenti di parte corrente sul Pil dell’1,4 per cento, mentre da noi è al 2,9 per cento, praticamente il doppio. Una situazione inaccettabile per un Paese civile che continua a produrre effetti molto negativi sui bilanci di migliaia e migliaia di imprese fornitrici della nostra PA” (vedi Graf. 2)….
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