Flessibilità dei contratti a termine, sgravi alle aziende e nuovi incentivi per l’apprendistato, sono queste le misure contenute nel pacchetto lavoro proposto dal ministro Giovannini ed ora al vaglio delle parti sociali. Il neo ministro del lavoro intende lanciare le novità entro giugno mettendo mano alla Riforma Fornero.

 

In particolare per quanto riguarda sul contratto a termine s’intende ridurre le pause obbligatorie fra un contratto a termine e l’altro, che la Riforma Fornero ha portato a 60 e 90 giorni, rispettivamente per i contratti fino a sei mesi e per quelli più lunghi.

 

Altra proposta: la staffetta generazionale che, accompagnando alla pensione dei lavoratori più anziani, farebbe spazio ai più giovani. In questo modo i lavoratori con più esperienza sarebbero portati a scegliere il part-time negli ultimi cinque anni prima della pensione. Questa è una delle modifiche maggiormente discusse e contrastate anche dalle parti sociali perché prevede, in parallelo modifiche alla sistema pensionistico.

 

Altro tema scottante l’eliminazione del contributo dell’1,4% a carico delle imprese sui contratti a termine. Il contributo, introdotto dalla riforma Fornero per finanziare la nuova Aspi, l’assicurazione per l’impiego che sostituisce l’indennità di disoccupazione, rischierebbe di sparire nel 2013.

 

Inoltre, maggiore flessibilità per l’apprendistato e l’applicazione dei relativi contratti. Secondo la riforma Fornero, l’apprendistato avrebbe dovuto essere il volano per permettere l’ingresso nel mondo del lavoro di molti giovani, purtroppo così non è stato a causa si troppi vincoli e penalizzazioni.

 

Evitare i rapporti di lavoro dipendente camuffati con partita Iva era uno degli obiettivo della riforma Fornero. Attualmente viene considerato lavoratore dipendente anche una partita Iva che svolge periodi di lavoro superiori a 8 mesi in un anno ripetuti per due anni. Inoltre il compenso ricevuto da uno stesso datore di lavoro non può superare l’80% del fatturato complessivo del collaboratore, il quale non può avere un posto fisso in azienda. Una delle ipotesi per il futuro è quella di rimuovere i vincoli affinché le opportunità occupazionali possano passare anche dal lavoro autonomo.