Il compenso che una società commerciale, riconosce ad un’altra società commerciale nominata amministratore, costituisce, ai fini delle imposte sui redditi e dell’Irap, costo deducibile per la società erogante e ricavo imponibile per la società percipiente nel periodo d’imposta di competenza.

Per la società amministratrice è un reddito di impresa, come tale imputabile per competenza e soggetto ad Irap.Tutto questo nasce dalla possibilità di nominare come amministratori di una società, un’altra società. Cosa divenuta possibile da quando – nel 2006 – la giurisprudenza della Cassazione aprì questa strada (sentenza 22840/2006).

La questione che si pone ora è: stabilire quando sia vantaggioso avere una società come amministratore?

Ai fini Iva l’attività svolta dalla società commerciale nominata amministratore è una prestazione di servizi, da comprendere nel campo di applicazione dell’imposta.

Quando una società commerciale è nominata amministratore di un’altra società, le regole applicabili a tale rapporto sono quelle previste per il caso in cui l’amministratore sia una persona fisica.

Tale scelta può essere motivata da diverse finalità imprenditoriali e, tra le altre, può risultare coerente con le regole di governance dei gruppi societari; infatti, ove esista l’ipotesi della “direzione e coordinamento” di cui agli articoli 2497 e seguenti del Codice civile, tale forma di governance potrebbe rendere più agevole il raggiungimento ed il controllo dell’unità dei principi direttivi a cui le entità del gruppo devono conformarsi.