L’appuntamento con la prima rata dell’Imu per tutti quei proprietari non esclusi dal decreto sospensivo è stato sicuramente più simile ad un incubo. Per le case date in affitto si sono registrati aumenti che hanno raggiunto, nelle grandi città, il 140% rispetto all’Ici di due anni fa e il 40% rispetto allo scorso anno.

 

I più colpiti sono stati  gli immobili dati in affitto sia a canone libero (4+4),  ma neanche i canoni concordati (3+2) – che con l’Ici godevano di particolari riduzioni – sono stati graziati. Tutto è stato lasciato nelle mani dei comuni che nella maggior parte dei casi hanno optato per aumentare le aliquote rispetto a quella base dello 0,76%.

 

E’ stato proposto in Commissione di Bilancio del Parlamento di bloccare l’aliquota al 4 per mille per i contratti a canone concordato, assicurando che l’aggravio per lo Stato sarebbe di 70 milioni in tutto.