Entro il 31 agosto dovrà essere riformata la tassa sugli immobili e molto probabilmente ci saranno interventi per agevolare capannoni, negozi, terreni, cioè gli immobili strumentali che sono la prima casa degli imprenditori, come ricorda il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato.

 

Infatti, esclusa la possibilità di abolire del tutto la tassa su questi beni, si offrirebbe la possibilità agli imprenditori di usufruire di un’importante detrazione per alleggerire i costi del lavoro. Anche perché, a parte quelle pensate per specifici settori produttivi o territoriali, le imprese non godono di particolari agevolazioni fiscali. E l’opportunità offerta ai Comuni di destinare un’aliquota agevolata (lo 0,4%) per gli immobili destinati ad attività produttiva è praticamente caduta nel vuoto: solo pochi enti l’hanno adottata.

 

Previsto per questa mattina l’incontro operativo, a cui parteciperanno i capigruppo di maggioranza, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Filippo Patroni Griffi, il ministro per i Rapporti col Parlamento Dario Franceschini, e i ministri al Lavoro Enrico Giovannini e quello all’Economia Fabrizio Saccomanni, che ha all’ordine del giorno il decreto occupazione e le coperture sul rinvio di tre mesi del rincaro dell’Iva. Si parlerà degli incentivi per il lavoro, della possibilità di aumentarli e delle forme di lavoro flessibile da introdurre in vista dell’Expo di Milano.

 

Ma di fatto cercare le coperture per l’Iva significherà in qualche modo rivalersi sull’Imu sulla prima casa, che potrebbe costare dai 2 ai 3 miliardi. Non sarà facile trovare la quadratura del cerchio sulle coperture: l’ipotesi del ministero del Tesoro di anticipare il pagamento intero di Irpef, Ires e Irap sembra sempre meno fattibile, mentre Daniele Capezzone, presidente della commissione Finanze alla Camera, sostiene di avere tre, quattro, forse cinque soluzioni che non comportano rincari sui contribuenti, e che vanno a incidere effettivamente sugli 800 miliardi della spesa pubblica nazionale, altro che Imu su prima casa e terreni agricoli, che insieme valgono appena sei miliardi, lo 0,75%.