Nel prossimo Consiglio dei Ministri di venerdì si deciderà soltanto della sospensione del pagamento della prima rata dell’IMU di giugno sulla “prima casa”. Per quanto riguarda le imprese l’appuntamento è rimandato a data da destinarsi. Lo scorso anno, dall’IMU pagata da imprese e agricoltori sono arrivati 6 – 7 miliardi di euro, una cifra difficile da coprire in tempi così rapidi.
Ma facciamo il punto della situazione. Scongiurata quasi sicuramente l’IMU sulla prima casa (la certezza l’avremo solo domani) mentre resta una speranza anche per i fabbricati rurali. Il problema della rata di giugno per le case rurali e, in particolare, dell’aliquota applicabile dal 2013 ai fabbricati strumentali all’attività agricola è rimasto irrisolto.
Per quanto riguarda il gettito derivante dagli immobili produttivi – categoria “D” sarà riservato allo Stato, applicando l’aliquota dello 0,76%, eventualmente maggiorata dai Comuni fino all’1,06%.
Ancora incerta invece la sorte della rata di giugno riguardante le cooperative edilizie a proprietà indivisa: tali immobili, anche se destinati a famiglie a basso reddito, dovrebbero pagare l’Imu in misura ordinaria, poiché la proprietà dei beni è della cooperativa. Gli introiti in questo caso sono di spettanza dei Comuni.
Particolarmente complessa è la situazione riguardante gli immobili industriali: il Governo non ha, al momento, confermato le ipotesi agevolative alle quali hanno lavorato i tecnici dell’Economia.
Potrebbe infine essere sospesa la rata di giugno per gli immobili artigianali e i laboratori, ovvero prevista una tassazione in base a specifici limiti dimensionali e reddituali delle imprese interessate.