Le aziende italiane che operano nel comparto dei servizi nutrono ancora fiducia nei confronti del futuro; ma in misura inferiore rispetto agli scorsi mesi e rispetto alle aspettative degli analisti. E’ ciò che emerge dall’indice Pmi di Markit, società internazionale di comunicazione e servizi finanziari, sceso a 52,8 a luglio da 53,9 di giugno, quando si era attestato sul valore massimo da novembre 2010.

 

L’indicatore, che misura le percezioni dei direttori degli acquisti delle imprese e che normalmente anticipa le previsioni sugli andamenti economici, riflette – sopra i 50 punti – una fase di espansione (in tal caso, è la quarta volta consecutiva); tuttavia, si stimava che a giugno raggiungesse quota 54,0. Il sottoindice degli ordini, invece, è pari a 53,2, in calo dai 55,5 da giugno. Si tratta della settima volta di fila in cui l’indicatore riflette una fase espansiva, la sequenza più lunga dal 2001. Calano, contestualmente, il sottoindice sulle tariffe applicate a 47,5 da 48,5 di giugno e il sottoindice dei prezzi “input”, che passa a 55,1 da 56,5 di giugno. Segna, infine, un leggero decremento il sottoindice dei livelli d’occupazione, che passa a 49,5 da 49,9 di giugno.