Il potere d’acquisto delle famiglie, nel 2012, ha subito un tracollo di entità eccezionale, ovvero del 4,7 per cento. Lo ha rivelato il presidente dell’Istat, Antonio Golini, nel corso di un’audizione al Senato; il fenomeno ha origine nella contrazione del prodotto interno lordo del 2,4 per cento. La caduta, ha precisato Golini, arriva dopo quattro anni caratterizzati dal continuo declino. Sulla situazione ha inciso pesantemente l’aumento del carico fiscale. Come se non bastasse, il reddito primario, si è ridotto rispetto all’anno precedente dell’1,4 percento.
L’indicatore, che include l’insieme delle attività produttive delle famiglie, è stato penalizzato dalla contrazione dei redditi da lavoro autonomo e da quelli derivanti dagli affitti. Su quest’ultimo settore ha gravato, soprattutto, l’Imu, il 60 per cento della quale è stata ripartita sulle famiglie che, oltretutto, hanno visto aumentare le proprie imposte correnti del 5,7 per cento, i contributi sociali dello 0,6; il loro reddito disponibile, dunque, ha subito un calo del 2 per cento. Complessivamente, l’incidenza del carico fiscale e contributivo corrente sul reddito disponibile ha raggiunto, sempre per le famiglie, il 30,3 per cento.