Calano ancora, fa sapere l’Istat, le vendite al dettaglio. A dicembre 2013, infatti, l’indice destagionalizzato si è contratto, rispetto a novembre, dello 0,3%; considerando, invece, il trimestre ottobre-dicembre 2013, assistiamo ad una flessione dello 0,45 rispetto al trimestre precedente.

 

A dicembre, poi, l’indice grezzo del totale delle vendite segna, rispetto a novembre, un calo del 2,6%; tale dato rappresenta il frutto del calo del 2,3% delle vendite di prodotti alimentari e del 2,7% di quelli non alimentari. Tenendo conto delle differenziazione settoriale, la flessione più ampia, rispetto a dicembre 2012, si è verificata nella grande distribuzione, con un crollo pari al 2,7%, mentre le imprese che operano su piccole superfici hanno subito una flessione del 2,4%. Nel 2013, infine, è pari al 2,1% la flessione delle vendite rispetto all’anno precedente (-1,1% per i prodotti alimentari e -2,7% per i prodotti non alimentari).

 

L’Istat rende noti, altresì, i dati sul commercio estero con i Paesi extra Ue: a gennaio 2014 i flussi commerciali sono diminuiti, rispetto al mese precedente, sia sul fronte delle importazioni (-5,2%) che su quello delle esportazioni (-1,1%). Su base tendenziale, invece, le contrazioni sono state, rispettivamente, dell’11,9% e del 2,7%. A segnare la flessione maggiore sono i beni energetici (-26,7%) e i beni di consumo non durevoli (-2,7%). In espansione le vendite di beni strumentali (+3,0%) e di prodotti intermedi (+1,7%).

 

A gennaio 2014, infine, il deficit commerciale è stato di 894 milioni di euro. Si osserva una drastica riduzione rispetto al deficit dell’anno precedente, pari a (-2.376 milioni). La differenza è imputabile, per lo più, al calo del deficit energetico, che è passato da -5,3 miliardi nel 2013 a -3,9 miliardi nel 2014.